venerdì 29 marzo 2013

" In Cina un anno? Tu sei matto!"

Ni hao (ciao) sono Edoardo e andrò un anno in Cina con Intercultura.
All' inizio è nato tutto un po' come un gioco, da quando i volontari sono venuti a parlarci in classe. Poi qualcosa è cambiato. Al contrario delle mie aspettative mia madre e suo marito erano d' accordo con questa mia iniziativa e piano piano questo sogno iniziava a prendere forma e a realizzarsi. A Dicembre avevo ormai finito le selezioni e dopo tre mesi di logorante attesa finalmente è arrivata la tanto attesa risposta. Quando ho visto la busta con su scritto "Edoardo Icardi è risultato vincitore del concorso e parteciperà ad un programma annuale in Cina" mi si è riempito il cuore.
Sono subito andato a chiamare i miei  parenti e i miei amici per renderli partecipi di questo mio successo e ho notato con sorpresa che la maggior parte mi chiedeva il perché proprio la Cina, con tanti Paesi belli che ci sono al mondo. Io non sono assolutamente d' accordo con questa visione negativa della Cina, sicuramente quella cinese sarà una delle esperienze più interculturali di tutte per la differenza tra le nostre usanze e quelle orientali ma non mi pento di aver indicato questo Paese come opzione. Effettivamente la Cina è un Paese molto particolare, bisogna avere molto spirito di adattamento per abituarsi alle stranezze di questo stato, vi sono leggi che non hanno un senso apparente come il "divieto assoluto di usare facebook"  per usare un altro social network interno a questa nazione e ancora più insensata come il "divieto di far innamorare una ragazza"  ma nonostante tutto penso che questo Paese darà a me e agli altri miei quaranta compagni d' avventura molto.
Un obbiettivo di tutte queste esperienze è quello di permetterci di crescere e renderci un po' più indipendenti, ma anche di far sognare e posso dire che è vero, io non sono ancora partito e ho già sognato tanto grazie ad Intercultura.
Per esperienze come queste ci sono grandi aspettative che riguardano, la scuola, la famiglia, il cibo e la vita sociale che si svolgerà lì ma ci sono anche molte paure, come quella di tornare qua e non ritrovarsi più nel mondo che conoscevi, ritrovarti diverso e soprattutto di ritrovare diverse le persone a cui tieni che hai lasciato qua in Italia. La mia paura più grande è proprio questa, perdere le persone che ho qui.
Tuttavia non bisogna farsi tarpare le ali da queste paure, bisogna buttarsi, sempre nella vita, e godersi quest' esperienza fino in fondo perché dà un' apertura mentale che altrimenti non si avrà mai.
La Cina è il Paese che ci darà un' organizzazione, un senso del dovere e sicuramente rafforzerà il nostro senso della famiglia, là elemento fondamentale della società.
Ho già avuto occasione di parlare con qualche altro AFSer che verrà con me in Cina e sono contento del gruppo che si sta formando, sarà come una seconda famiglia quindi è importante già adesso essere uniti ed esserci uno per l' altro, solo oggi ho parlato con tre persone e tutte tre si ricordavano di un avvenimento di cui avevo parlato loro una settimana fa e mi ha molto colpito il fatto che tutte e tre queste ragazze mi abbiano chiesto come fosse andata, xie xie ragazze :)
Ho già sognato molto con Intercultura ma ogni tanto ancora non mi rendo conto che il bello inizia adesso.
Questa sera vi lascio con una delle prime parole che ho imparato di mandarino: Wan' an, ovvero buonanotte.
A presto :)